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Pia Rosenberger

Pia Rosenberger è nata vicino a Osnabrück e ha studiato storia dell’arte e letteratura a Stoccarda. Vive con la sua famiglia nella medievale Esslingen da oltre vent’anni e lavora come autrice, giornalista e guida della città.

I LIBRI

La scultrice

Pia Rosenberger

Parigi, maggio 1881. Camille Claudel percorre spedita boulevard du Montparnasse, diretta all’Académie Colarossi, una delle due scuole d’arte private della città che accettano anche allieve donne. Ha sedici anni e arriva dalla campagna, dove ha strenuamente lottato per ottenere dai genitori il permesso di recarsi nella capitale e realizzare il suo sogno: studiare scultura. Sin da quando, in una giornata di pioggia, l’argilla umida tra le sue mani di bambina ha assunto docile la forma di una colomba addormentata, Camille sa di avere il dono di modellare e di riuscire a scorgere le figure nei blocchi informi ancora prima di prenderli in mano. Ora, finalmente, sotto l’attenta guida di Alfred Boucher, che la ritiene la più dotata tra i suoi allievi, può lasciarsi alle spalle i pregiudizi di quanti ritengono che la scultura non si addica alla sensibile natura femminile, e dedicarsi alla sua passione. Passione che minaccia di trasformarsi in ossessione quando, a sostituire Boucher, arriva Auguste Rodin. Rodin, che Camille conosce di fama per essere il creatore di una gigantesca porta dell’inferno ispirata al regno di tenebra della Divina Commedia, ha quarant’anni, spalle e braccia così muscolose che le cuciture della giacca sembrano sul punto di esplodere e una barba rossiccia che gli arriva fino al petto. È considerato lo scultore migliore della sua epoca, e c’è chi sostiene che sia un genio, mentre altri lo considerano un impostore. A Camille, tuttavia, basta uno sguardo per capire che quell’uomo irradia un’energia incontenibile, un’aura tanto abbagliante da risultare irresistibile. Tra genio e follia, passione e tormento, la drammatica e tempestosa vita di una grande artista in un romanzo capace di penetrare nella zona d’ombra di un’epoca, la Belle Époque, passata alla Storia col suo volto frivolo e spensierato.

L'artista delle donne

Pia Rosenberger

New York, 1947. Niki de Saint Phalle, diciassette anni, è radiosa nel suo vestito di tulle bianco per il ricevimento del Waldorf Astoria che sancirà il suo ingresso nel mondo degli adulti dell’Upper East Side. Tutto deve essere perfetto, per questa figlia dell’aristocrazia francese trapiantata in America: il corpetto stretto al punto giusto, l’auto in attesa alle sette e mezzo, i guanti candidi. Ma quello splendore è solo effimero, perché l’adolescente Niki cova dentro di sé un desiderio insopprimibile di libertà, di evasione dalla gabbia dorata in cui è rinchiusa. In testa, Niki ha sempre il pensiero dell’arte: che siano il teatro e la drammaturgia, dove ha già mosso i suoi primi passi, la pittura o la scultura. L’arte è il suo rifugio, il solo luogo dove trovare l’indipendenza e il potere da sempre negati alle donne.
Toscana, 1998. Nel verde-argento dell’uliveto si innalzano ventidue sculture monumentali, una macchia di colore fra lo scintillio del sole e la striscia azzurra del Tirreno. È il Giardino dei Tarocchi, l’opera a cui Niki, ormai artista affermata, ha dedicato vent’anni: un desiderio covato a lungo e finalmente realizzato. 
È fra queste due diapositive che corre l’intera esistenza di Niki de Saint Phalle, scultrice geniale, enfant terrible del Nouveau Réalisme; un’esistenza appassionata e rocambolesca, che Niki attraversa guardando sempre alle donne, alla loro libertà, ai loro desideri. È per questo che, giovanissima, accetta un lavoro di fotomodella e fugge da New York con Harry Mathews, soldato di Marina. Ed è sempre per questo che, quando viene raggiunta dall’ombra di un terribile segreto del passato, dà vita alle celebri Nana, sculture trionfanti di grandi ballerine colorate, il paradigma stesso della gioia di vivere. A suo agio fra gli artisti del suo tempo – Max Ernst e Constantin Brâncuși, ma soprattutto lo svizzero Jean Tinguely – Niki osa finalmente sognare le sculture del suo giardino incantato. Ma per esaudire quel sogno molta è la strada da fare, e altrettanti i sacrifici da consumare…
Dopo La scultrice. Vita di Camille Claudel, Pia Rosenberger torna a raccontarci una vita spregiudicata, in un romanzo dove finzione e realtà si mescolano per restituirci il ritratto a colori accesi di una grande artista del Novecento.

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