La storia che segue descrive il destino di cinque persone, tre uomini e due donne, testimoni, fra il 1933 e il 1934, della presa del potere in Germania da parte di Adolf Hitler. Il racconto si basa sulle lettere da loro scritte, i diari che tennero e le autobiografie date alle stampe, e ripercorre le vicende dei primi diciotto mesi del governo di Hitler viste attraverso gli occhi dell’ambasciatore americano e di sua figlia, William e Martha Dodd; del responsabile della stampa estera di Hitler, Ernst “Putzi” Hanfstaengl; di una giornalista ebrea che si occupava di cronaca mondana, Bella Fromm; e del primo capo della Gestapo, Rudolf Diels. Philip Metcalfe narra delle loro vicissitudini, di quelle dei loro amici e della società berlinese nel suo insieme, in un momento cruciale della storia del XX secolo, in cui gli esordi di una delle più grandi tragedie dell’umanità appaiono, come spesso accade, incerti, caotici, perfino comici. Come la maggior parte delle buone storie, il racconto comincia in maniera innocua, con l’arrivo sulle sponde tedesche di una famiglia americana…