Agnes Browne nonna
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Nel pub di Foley, al centro di Dublino, si festeggia la nascita dell’ultimo dei Browne: Aaron, il figlio di Mark. Al bancone del bar Agnes, il bicchiere in mano, fa scorrere lo sguardo attraverso la sala. Sono tutti lì, i suoi piccoli, tutti adulti ormai. Mark si è sistemato, è sposato con Betty e ha un figlio meraviglioso; Rory e il suo amico Dino sono rinomati hair stylist; Trevor sta per diventare un qualificato artista grafico; Simon è ora portantinocapo al St Patrick’s Hospital; Cathy è con il fidanzato Mick O’Leary e Dermot… Dermot è con Mary Carter, tossica e forse anche spacciatrice, ma ancora per poco, dato che Agnes ha deciso di porre fine alla tresca. Andrebbe tutto bene per Agnes se a Pierre non venisse in mente di sollevare il calice e di dire davanti alla gente del Jarro: «Alla bellissima Agnes Browne… Benvenuta, nonna!» Cavolo, nonna a 47 anni dopo tredici anni di felice vedovanza trascorsi in compagnia di un amante francese e di impertinenti pargoli! C’è da restarci secca! Terzo libro della serie di Agnes Browne, dopo Agnes Browne mamma e I marmocchi di Agnes, Agnes Browne nonna è un nuovo affascinante capitolo della vita di uno dei personaggi più irresistibili della narrativa irlandese contemporanea.
ISBN: 978-88-655-9288-5
Categoria:
Genere: Narrativa straniera
Collana: Beat Edizioni
Pagine: 192
Tradotto da: Gaja Cenciarelli
Prezzo: €9,00

RECENSIONI
«Un romanzo che porta il lettore nel mondo di una donna eccezionale, tenera e divertente, uno dei personaggi più travolgenti della letteratura irlandese».
il Sole 24Ore
«Agnes Browne, una mamma che vi farà davvero ridere».
Brunella Schisa, Il Venerdì di Repubblica
«A quasi cent’anni dal celebre Leopold Bloom di James Joyce, ecco una nuova eroina, Agnes Browne, felice invenzione di Brendan O’Carroll».
Laura Lilli, la Repubblica
il Sole 24Ore
«Agnes Browne, una mamma che vi farà davvero ridere».
Brunella Schisa, Il Venerdì di Repubblica
«A quasi cent’anni dal celebre Leopold Bloom di James Joyce, ecco una nuova eroina, Agnes Browne, felice invenzione di Brendan O’Carroll».
Laura Lilli, la Repubblica