Salvate gli italiani
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Il 15 luglio del ’44 Mussolini parte per incontrare il Führer a Rastenburg. È l’ultimo incontro nella Tana del Lupo, il quartier generale nazista nella Prussia orientale. Dopo aver attraversato la Germania devastata dalla guerra, il 20 luglio, allo snodo ferroviario di Görlitz, il convoglio viene fermato, i finestrini chiusi e oscurati.
Mussolini e Morera, il capo della missione militare della Repubblica Sociale a Berlino, ancora ignari del fallito attentato alla vita del Führer avvenuto alle 12.42 nella sala riunione di Rastenburg, si ritrovano da soli nello scompartimento. Mussolini, il volto sofferente, segnato da una profonda amarezza, dice a Morera che l’unico compito della missione militare a Berlino è salvare i settecentomila italiani internati in Germania, che avendo opposto, per la quasi totalità, un netto rifiuto alla richiesta di aderire alla Repubblica Sociale, erano ammassati in campi desolati e sottoposti a una vita di stenti e soprusi.

RECENSIONI
«Salvate gli italiani narra l’avversione crescente di Mussolini per il Führer dopo tanti anni di vergognosa sottomissione».
Corriere della Sera
«Caruso porta allo scoperto una storia finora inedita: il tentativo di Mussolini di salvare settecentomila italiani internati, fascisti e non, costretti da Hitler a una condizione di quasi schiavitù».
Ansa